L’ALZHEIMER COME NON È STATO MAI RACCONTATO

ReteNews ha pubblicato una recensione e un’intervista a Michela Farabella, l’autrice di “Italo, con te partirò.
La storia shock di un anziano malato di Alzheimer”.

La pubblichiamo di seguito:

UN LIBRO EMOZIONANTE

Michela Farabella, blogger, scrittrice e giornalista, è autrice del libro edito da Carello dal titolo “Italo con te partirò”: l’Alzheimer che non è mai stato raccontato!

Si tratta di una storia emozionante, cruda, autobiografica, e racconta il legame affettivo di una figlia, Michela, che cerca disperatamente di salvare il proprio padre dalla terribile malattia di Alzheimer.

Come una lama che colpisce dritta al cuore, la copertina è come un pugno nello stomaco, perché l’Alzheimer è una patologia che mantiene pochi tratti di umanità. Destano orrore, sgomento e indignazione gli episodi, sempre più frequenti in questi ultimi tempi, di maltrattamenti anziani, e persone affette da Alzheimer umiliati da insulti, schiaffi, calci e minacce negli istituti di accoglienza.

Vorrei squarciare una volta per tutte il velo di omertà che continua a permettere che molti ospiti siano trattati come bestie; anziani deboli e indifesi e spesso definiti un peso economico sociale.

Le vicende drammatiche di maltrattamenti sollevano polemiche sui controlli delle Asl e dei comuni sulle strutture per gli anziani, nel nostro caso accreditate dal sistema sanitario nazionale.

In un momento in cui si legge sempre meno, quest’opera si inserisce come un diario e racconta il percorso di vita di Italo Farabella, grave ammalato di Alzheimer, e di sua figlia, sempre in affanno ma resiliente e pronta a tutto pur di salvare il proprio padre.

Lei, Michela, non è riuscita a salvare suo padre, vero?
No purtroppo, però nel libro insegno a vivere la malattia con tutto l’amore possibile, una lezione di coraggio che non deve mai mancare, perché non dimentichiamo mai che lo Stato in tutto questo è sempre assente.

Che cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Il grande senso del dovere. Ho voluto restituire la dignità a mio padre, raccontando fatti realmente accaduti. Si deve potere morire dignitosamente. Ho perso la mia battaglia, ma mio padre non ha perso la sua e non la perderà, perché è rimasto nel cuore delle persone che lui tanto amava. Rimarrà viva in me la speranza che mai più nessun malato di Alzheimer debba patire così tante sofferenze e umiliazioni. Perché davanti al dramma non ci si deve arrendere mai.

Quanto tempo ha impiegato a scrivere il romanzo?
Direi circa due anni. Mi dedicavo a questa mia creatura di notte, quasi sempre in ospedale, tra una flebo e l’altra di papà, perché di giorno dovevo lavorare. L’intento è di riconoscere e sostenere la diffusione della conoscenza della malattia di Alzheimer attraverso la lettura del Romanzo come valore riconosciuto e condiviso, invitando tutti gli istituti scolastici ad inserire, nelle proprie attività educative e formative, la lettura di questo libro. Il Libro è acquistabile con Carta del Docente e 18 APP Una lettura altresì consigliata a tutti gli operatori socio sanitari, ai caregivers, agli addetti al settore servizi sociali.

Perché la storia di Italo non è solo mia, ma anche vostra..
Sicuramente tra i miei progetti c’è anche quello di continuare a scrivere; ho ultimamente messo in cantiere la Cunduta, anche se il titolo è provvisorio: una finestra sul maltrattamento delle donne. Anche questo libro è in parte autobiografico.  Sul resto si vedrà. Continuerò a occuparmi, come ho sempre fatto, di tematiche sociali, e mi piacerebbe in futuro condurre un format televisivo sulla poca giustizia presente in Italia.

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