La prima volta che incontrai Maurizio Zanon, poeta in Venezia, fu sulla riva destra della fondamenta de Cannaregio. Mi diede il suo primo lavoro, una piccola raccolta di poesie, che mi colpì subito per la freschezza della composizione e l’intensità delle parole.
Da quel momento nacque una fervida collaborazione, lui poeta, io… amico artista.
La sua poesia, spesso frutto di una spasmodica ricerca stilistica, non ha mai perso la sincerità dei sentimenti, nella costante tensione di un pensiero che lotta tra la realtà e gli ideali. Il suo vitalismo romantico, a volte in conflitto con i travagli interiori, non gli ha fatto trascurare, però, il piacere di scrivere anche dell’amore.
Vive con la ragione della speranza, anche se a volte si lascia cadere nella malinconia, riprendendosi subito per donare momenti poetici intensi e vissuti. Pone l’uomo al centro del suo pensiero e l’ambiente testimone dei suoi versi. Trova sempre la sorgente giusta per i suoi stimoli, superando gli intralci che la vita genera nel cammino di ogni uomo (…).
Dalla Prefazione di Giampietro Cudin